Una delle problematiche di più frequente riscontro in ambito ortopedico è rappresentata dalle deviazioni dell’asse anatomico degli arti inferiori, situazione che può insorgere in età pediatrica, durante la fase di accrescimento scheletrico, ma anche nell’adulto e nell’anziano in associazione a patologie di tipo degenerativo come l’osteoartrosi.
- Nel ginocchio varo le ginocchia puntano in direzioni opposte (gambe a O)
- Nel ginocchio valgo i femori (ossa della coscia) tendono a convergere, mentre le tibie a distanziarsi man mano che si va verso i piedi (gambe a X).
Preservare l’articolazione con l’osteotomia
Con il passare del tempo, deformazioni e malallineamenti possono determinare deficit funzionali dell’arto inferiore. Come risolvere il problema preservando l’articolazione del ginocchio?
Una strategia efficace in tal senso è rappresentata dall’osteotomia, un intervento di chirurgia conservativa che, come indica il nome stesso (osteon= osso e tomos= taglio), prevede il taglio di un osso per allungarlo, accorciarlo o modificarne la forma al fine di:
- correggere una deformità ossea o un allineamento scorretto
- ridistribuire i carichi sull’articolazione, trasferendo il peso su una zona del ginocchio sana
- preservare l’anatomia e la durata dell’articolazione del ginocchio.
Malallineamento e usura cartilaginea
Un allineamento anomalo, infatti, può determinare il sovraccarico di un lato del ginocchio, provocando nel tempo una maggior usura della cartilagine che riveste le superfici articolari.
La riduzione conseguente dello spazio articolare si traduce in un aumento del disallineamento e quindi dello stress a carico di quello stesso lato, causando dolore e rigidità articolare in una sorta di circolo vizioso che deve essere interrotto.
Nell’osteotomia del ginocchio la tibia e/o il femore vengono tagliati e rimodellati per alleviare la pressione a carico dell’articolazione.
La procedura più frequente è l’osteotomia tibiale che rappresenta una soluzione efficace in caso di ginocchio varo causato da deformità congenita della tibia (ossia presente sin dalla nascita) o post-traumatica, eventualmente associata a deformità acquisita a causa dell’artrosi. Sia il femore che la tibia, però, possono essere responsabili di un ginocchio varo o valgo, motivo per cui sia l’uno che l’altro osso, e in alcuni casi entrambi, potranno essere corretti con un’osteotomia: potremo quindi eseguire un’osteotomia femorale, tibiale o, in casi selezionati con grandi deformità a carico di femore e tibia, osteotomie doppio livello (femore-tibia).
Osteotomie e osteoartrosi
L’osteotomia è un intervento spesso risolutivo, in particolare in pazienti affetti da osteoartrosi, una patologia degenerativa e progressiva caratterizzata dall’usura della cartilagine articolare, che può determinare dolore e rigidità articolare fino a diventare invalidante.
Quando l’osteoartrosi colpisce solo un lato del ginocchio (osteoartrosi monocompartimentale), l’intervento di artroprotesi (ossia l’impianto di una protesi articolare) non è sempre la soluzione più idonea.
L’osteotomia consente di spostare il peso dal lato danneggiato dell’articolazione e trasferire il carico sul compartimento sano del ginocchio, preservando di fatto l’articolazione.
L’osteotomia può alleviare il dolore e migliorare significativamente la funzionalità articolare, rallentando peraltro la progressione del processo degenerativo osteoartrosico.
Non va però considerata una sorta di chirurgia “ponte” (anche se può posticipare di parecchi anni l’intervento di artoplastica): grazie allo sviluppo nelle tecniche chirurgiche e nei metodi di fissazione, infatti, l’osteotomia è spesso risolutiva, soprattutto se eseguita in casi in cui l’artrosi ancora non è ancora di grado elevato.
Osteotomia e instabilità
Il ruolo delle osteotomie non si limita al trattamento dell’osteoartrosi. In casi selezionati l’osteotomia può essere estremamente utile per trattare le instabilità causate da danni a carico legamenti crociati o collaterali, sia effettuandole insieme alle ricostruzione dei legamenti che utilizzando l’osteotomia in luogo della ricostruzione legamentosa.
Osteotomia, cartilagine e menischi
Infine, anche in caso di lesioni della cartilagine che necessitino di intervento di riparazione o rigenerazione cartilaginea, oppure in caso di particolari interventi di riparazione del menisco o sua sostituzione mediante trapianto, le osteotomie possono essere estremamente utili per “scaricare” la zona del ginocchio sottoposta a intervento e favorirne quindi la guarigione
Osteotomia e invasività
Spesso la prospettiva di farsi “tagliare” l’osso spaventa le persone assai più dell’idea della protesi di ginocchio. E’ molto importante comprendere, invece, che l’osteotomia è una scelta molto meno invasiva rispetto alla protesi di ginocchio.
In caso di osteotomia, infatti, si esegue un “taglio nell’osso” al di fuori del ginocchio, e questo taglio si limita a modificare la forma del femore o della tibia. Il ginocchio quindi non viene direttamente interessato dall’intervento.
In caso di protesi di ginocchio, invece, i “tagli nell’osso” sono da tre (protesi monocompartimentale) a sei (protesi totale), avvengono tutti all’interno del ginocchio, che viene quindi parzialmente o integralmente sostituito dalla protesi. Di conseguenza i menischi, la cartilagine, i legamenti crociati (uno o entrambi) verranno sostituiti da metallo e plastica, modificando per sempre l’anatomia, la biologia e la percezione stessa del proprio ginocchio.