Allineamento cinematico nelle protesi totali di ginocchio: che cosa significa? Quali sono i vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali? A queste e altre domande risponde il dottor Antonio Pastrone. Specializzato in chirurgia del ginocchio, dal 2014 al 2016 ha svolto attività di ricerca negli Stati Uniti presso l’Università di Pittsburgh, approfondendo la conoscenza sulla biomeccanica del ginocchio e nel 2020 ha conseguito un master di II livello sul trattamento delle patologie della cartilagine presso l’Humanitas University (MI).
Dottor Pastrone, che cos’è l’allineamento cinematico e quali sono le differenze con le tecniche tradizionali?
L’allenamento cinematico calibrato è una tecnica innovativa, sicura e affidabile, elaborata dal chirurgo americano Stephen Howell e utilizzata da ormai 15 anni; in Italia è arrivata da 4-5 anni, ma sta diventando la tecnica più affidabile.
In precedenza si utilizzava una procedura denominata allineamento meccanico, che tendeva a posizionare le componenti delle protesi di ginocchio nella stessa maniera in tutti i pazienti, senza considerare che l’anatomia individuale e l’allineamento nativo variano in modo significativo da persona a persona.
L’allineamento cinematico invece è una tecnica personalizzata che ha lo scopo di riprodurre la morfologia originale del ginocchio del paziente prima dell’usura e del consumo dell’articolazione. Questo fa sì che tutte le strutture che stanno intorno alla parte ossea del ginocchio, ossia le strutture muscolari e legamentose, non vengano modificate e funzionino esattamente come prima dell’usura.
Si tratta quindi di una tecnica che rende possibile una ricostruzione articolare personalizzata.
Può spiegarci come avviene l’intervento?
Nella fase di pianificazione preoperatoria dell’intervento vengono eseguite alcune radiografie che consentono una valutazione di partenza della morfologia dell’arto inferiore, del ginocchio e del grado di artrosi. Ma gran parte della valutazione è intraoperatoria: lo strumentario che utilizziamo, specifico per l’allineamento cinematico, ci permette di misurare al millimetro la resezione ossea, cioè quanto osso viene rimosso, e di sostituire con la protesi l’osso rimosso e la quantità di cartilagine mancante a causa dell’artrosi. È lo strumentario intraoperatorio che fa la differenza.
In precedenza, con la tecnica standard di allineamento meccanico, si procedeva con tutti i pazienti nello stesso modo, al fine di raggiungere un allineamento neutro dell’arto inferiore (“la gamba dritta”, per così dire). Tuttavia le caratteristiche delle ginocchia sono estremamente variabili da paziente a paziente; esistono tantissime conformazioni, poiché siamo tutti diversi, e si è compreso che posizionare le componenti protesiche nello stesso modo per tutti i pazienti non solo è innaturale, ma potrebbe anche essere controproducente e creare dei problemi.
Basti pensare alle persone che presentano una morfologia del ginocchio più particolare, ossia un ginocchio molto varo o molto valgo o magari a chi ha avuto dei traumi precedenti o ha un’usura molto importante: posizionare le componenti protesiche in modo identico a un soggetto che ha un’artrosi standard non va bene.
Per noi è fondamentale il concetto di chirurgia personalizzata, che dà risultati nettamente migliori. Eppure, nonostante gli eccellenti risultati raggiunti grazie all’allineamento cinematico, in Italia questa tecnica è ancora poco adoperata. La nostra equipe è molto attenta alle innovazioni e a valutarne l’effettiva efficacia; questa tecnica ci ha dato molte soddisfazioni e da quando la usiamo i risultati sono incredibilmente migliori e i pazienti contenti.
In quali pazienti può essere utilizzata questa tecnica?
In linea generale la tecnica di allineamento cinematico può essere utilizzata pressoché in tutti i pazienti a cui deve essere impiantata una protesi totale di ginocchio.
La discussione è ancora aperta nei cosiddetti outlier, ossia le persone con un ginocchio molto molto valgo o molto molto varo, ma si tratta di un numero limitato di casi (circa il 3% della popolazione). E in questi pazienti è possibile associare un’osteotomia, cioè un tempo chirurgico accessorio in cui si modifica leggermente l’asse del ginocchio (a distanza di 5-6 cm dall’articolazione) per riportarlo in una condizione di cosiddetta normalità.
Si tratta comunque di casi davvero particolari; basti pensare che impiantiamo circa 300 protesi all’anno e ci capita di fare questo procedimento accessorio solamente uno o due volte l’anno.
Quali sono i vantaggi dell’allineamento cinematico rispetto alle tecniche tradizionali?
I vantaggi dell’allineamento cinematico rispetto a quello tradizionale sono numerosi: il paziente percepisce il ginocchio più come suo, ha meno complicanze in termini di dolore e di instabilità e inoltre muove molto meglio il ginocchio, che fin da subito viene piegato completamente.
I tempi chirurgici peraltro sono più brevi in quanto la tecnica di allineamento cinematico consente di raggiungere sempre un ottimo bilanciamento: non si vanno a toccare i legamenti e il ginocchio è equilibrato sin da subito. Non capita praticamente mai di dover procedere con tempi accessori sui legamenti e con procedure aggiuntive finalizzate a equilibrare il ginocchio.
Che cosa è cambiato in termini di soddisfazione del paziente?
I risultati in termini di soddisfazione parlano chiaro: circa il 20% dei pazienti a cui veniva impiantata una protesi totale di ginocchio utilizzando la tecnica di allineamento meccanica era insoddisfatto e dopo l’impianto correva il rischio di dover fare altri interventi chirurgici. Tale insoddisfazione era causata da una somma di fattori: dolore, difficoltà a muovere bene il ginocchio (con limitazioni nello svolgimento delle attività quotidiane) e sensazione di un ginocchio instabile.
Ora con l’allineamento cinematico questa percentuale è stata nettamente abbattuta: il paziente è soddisfatto e peraltro non sente più la protesi come un corpo estraneo, ma ha la sensazione di un ginocchio più naturale.